In questa pagina parlerò degli artistici italiani e dei personaggi dello spettacolo che definisco persone sensibili, che hanno trasmesso nelle loro canzoni , nei loro programmi il loro dono meraviglioso che appunto la sensibilità .

                                                                                                                                                         Stefano Dipietro

Sandro Pertini, settimo Presidente della Repubblica dal 1978 al 1985. Il Presidente più amato dagli italiani, per il suo carisma, ma soprattutto con grandi valori. Rispettoso dei suoi rivali politici, ma una parola fuori posto. Ma vorrei ricordarlo per la sua grandissima dote di persona molto sensibile, perchè per gli italiani quando li incontrava si fermava sempre a parlare con loro per trasmettergli quella sicurezza e per porgerli quella mano, come per dire io ci sono vi sono vicino potete contare su di me. La sua sensibilità, mi è stata ricordata e guardando negli archivi storici e raccontata nell'evento del terremoto dell'Irpinia (1980), nell'incidente di Vermicino giugno 1981 dove morì il piccolo Alfredino e nell'attentato alla Stazione di Bologna. Mi colpirono vedendo i filmati di quell'epoca molto le lacrime di questo Presidente che andando nei luoghi degli eventi partecipava commossa e sinceramente solo le grandi persone emotive e con grandi valori posso avere. Viene ricordato anche a livello sportivo, al Santiago Bernabeu 11 Luglio 1982 finale mondiale Italia Germania, al terzo goal dell'Italia firmato Altobelli, lui si alzò in piedi e con il dito disse a tutta la tribuna d'onore "non ci prendo più" e di quel mondiale ricordiamo anche la partita di scopa a quattro sull'aereo presidenziale di ritorno, pezzi di storia italiana. Anche se aveva una carica istituzionale era il Presidente di tutti. Le persone con grande sensibilità quando ci lascia, lascia un vuoto incolmabile ma lasciano una traccia da seguire per vivere una vita con dei valori veri e sinceri. Questo è il mio più sincero ricordo di una grande che ha fatto la storia della nostra bella Italia.

                                                                              Stefano Dipietro

All’improvviso mi è crollato tutto. Non suono più il pianoforte davanti al pubblico da due anni. Nel mio ultimo concerto alla Konzerthaus di Vienna il dolore alla schiena era talmente forte che sull’applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. E non sapevo ancora di essere malato. Poi è arrivata la diagnosi, pesantissima. Ho guardato il soffitto con la sensazione di avere la febbre a 39, per un anno consecutivo.

Ho perso molto: il mio lavoro, i miei capelli, le mie certezze. Ma non la speranza e la voglia di immaginare. Era come se il dolore mi porgesse anche degli inaspettati doni. Quali? Vi faccio un esempio. Non molto tempo fa, prima che accadesse tutto questo, durante un concerto in un teatro pieno ho notato una poltrona vuota. Come una poltrona vuota? Mi sono sentito mancare. Eppure, quando ero agli inizi, per molto tempo ho fatto concerti davanti a un pubblico di 15, 20 persone, ed ero felicissimo. Oggi, dopo la malattia, non so cosa darei per suonare davanti a 15 persone. I numeri non contano perché ogni individuo è unico, irripetibile e a suo modo infinito.

Un altro dono è la gratitudine nei confronti della bellezza del creato. Non si contano le albe e i tramonti che ho ammirato da quelle stanze dell’ospedale. Il rosso dell’alba è diverso dal rosso del tramonto e se ci sono le nuvolette è ancora più bello. Un altro dono è la gratitudine per la competenza dei medici, degli infermieri, di tutto il personale ospedaliero. La riconoscenza per la ricerca scientifica, senza la quale non sarei qui a parlarvi. La riconoscenza per il sostegno che ricevo dalla mia famiglia, per la forza che ricevo dagli altri pazienti. Li chiamo guerrieri, e lo sono anche i loro familiari e i genitori dei piccoli guerrieri. I veri guerrieri sono i genitori dei piccoli pazienti. Ho portato queste anime con me sul palco. Facciamo loro un applauso.

Quando tutto crolla e resta in piedi solo l’essenziale, il giudizio che riceviamo dall’esterno non conta più. Io sono quel che sono, noi siamo quel che siamo. E come intuisce Kant, il cielo stellato può continuare a volteggiare nelle sue orbite perfette, io posso essere immerso in una condizione di continuo mutamento, eppure sento che in me c’è qualcosa che permane ed è ragionevole pensare che permarrà in eterno. Io sono quel che sono. Voglio andare fino in fondo a questo pensiero. Voglio accettare il nuovo Giovanni, vado?

Ho due vertebre fatturate, la D10 e la L1 e tremore e formicolio alle dita, il cui nome tecnico è la neuropatia. Però, come dissi a Vienna, non potendo più contare sul mio corpo, suonerò con tutta la mia anima. Questo che ho voluto condividere il bellissimo messaggio che ieri sera al Festival di Sanremo il maestro Giovanni Allevi ci ha donato, dopo due anni di assenza dalle scene. Un messaggio che ha toccato nell'anima di tutti noi, ci ha trasmesso la sua sensibilità, ci ha trasmesso la sua forza che nonostante la malattia che gli avevano diagnosticato e riuscito a sconfiggere e a tornare per regalarci le sue emozioni attraverso la musica e il suono del suo pianoforte che ci ha concesso ieri sera è pura poesia. 

Grazie Maestro, per averci dedicato questo bellissimo messaggio di speranza che ci insegna che nonostante le difficoltà che noi viviamo nelle nostre vite, non dobbiamo mai mollare anche se quello che abbiamo davanti e una montagna da scalare, perchè aldilà c'è una vita nuova da vivere. 

                                                                                     Stefano Dipietro 

 

 

Alda Giuseppina Angela Merina in arte Alda Merini nata a Milano il 21 Marzo 1931 e morta a Milano il 01 Novembre 2009. E' stata poetessa, aforista e scrittrice italiana. Si defini fin da ragazzina sensibile e dal carattere malinconico, piuttosto isolata e poco compresa dai suoi genitori, ma molto brava nei corsi elementari, perchè lo studio fu sempre una sua parte vitale. Il suo modo di essere non fu mai capitato totalmente dai suoi genitori, specialmente da sua madre che quel suo modo di essere doveva essere curato con i medicinali e addirittura la rinchiuse in manicomio. Purtroppo la sensibilità che è un dono bellissimo, viene visto come una malattia ma nonostante quello che ha vissuto l'ha lasciato dei riflessioni sulla sensibilità che vorrei condividere con voi: 

  • LA SENSIBILITÀ NON È DONNA, LA SENSIBILITÀ È UMANA. QUANDO LA TROVI IN UN UOMO DIVENTA POESIA.

  • A PELLE SI SENTONO COSE A CUI LE PAROLE NON SANNO DARE NOME.

  • SORRIDI DONNA, SORRIDI SEMPRE ALLA VITA ANCHE SE LEI NON TI SORRIDE. SORRIDI AGLI AMORI FINITI, SORRIDI AI TUOI DOLORI, SORRIDI COMUNQUE. IL TUO SORRISO SARÀ LUCE PER IL TUO CAMMINO, FARO PER NAVIGANTI SPERDUTI.

  • OGNI ALBA HA I SUOI DUBBI.

  • QUANDO SENTI QUALCOSA CHE TI FA VIBRARE IL CUORE, NON DOMANDARTI MAI COSA SIA MA VIVILO SINO IN FONDO, PERCHÉ QUEL BRIVIDO, QUELLA SENSAZIONE, SI CHIAMA VITA.

  • LA SUPERFICIALITÀ MI INQUIETA, MA IL PROFONDO MI UCCIDE.

  • SI NASCE COSTITUZIONALMENTE POETI. È PIÙ PASSIONALE, HA UN EROTISMO SUPERIORE E UNA MAGGIORE SENSIBILITÀ, CON UN SENSO DI AUTODIFESA INCREDIBILE E DI RISERVATEZZA DI CIÒ CHE È IL PROPRIO SENTIMENTO.

  • OGNUNO DI NOI HA VISSUTO QUALCOSA CHE L’HA CAMBIATO PER SEMPRE.

  • MI PIACE LA GENTE CHE SA ASCOLTARE IL VENTO SULLA PROPRIA PELLE, SENTIRE GLI ODORI DELLE COSE, CATTURARNE L’ANIMA. QUELLI CHE HANNO LA CARNE A CONTATTO CON LA CARNE DEL MONDO. PERCHÉ LÌ C’È VERITÀ, LÌ C’È DOLCEZZA, LÌ C’È SENSIBILITÀ, LÌ C’È ANCORA AMORE.

  • IO MANGIO SOLO PER NUTRIRE IL DOLORE.

  • OGNI NOTTE PER ME È TEMPESTA DI PENSIERI.

  • IO MI ACCONTENTO DI ESSERE SERENA NEL TEMPO. LA FELICITÀ SONO ATTIMI, E QUANDO ARRIVANO ME LI PRENDO SENZA ESITARE.

  • CIÒ CHE NELLA VITA RIMANE NON SONO I DONI MATERIALI, MA I RICORDI DEI MOMENTI CHE HAI VISSUTO E TI HANNO FATTO FELICE. LA TUA RICCHEZZA NON È CHIUSA IN UNA CASSAFORTE, MA NELLA TUA MENTE. È NELLE EMOZIONI CHE HAI PROVATO DENTRO LA TUA ANIMA.

  • ANCHE SE LA FINESTRA È LA STESSA, NON TUTTI QUELLI CHE VI SI AFFACCIANO VEDONO LE STESSE COSE: LA VEDUTA DIPENDE DALLO SGUARDO.

  • NON HO MAI AMATO LA SOLITUDINE. MA SE STARE IN MEZZO ALLE PERSONE SIGNIFICA CONVIVERE CON LA FALSITÀ, PREFERISCO VIVERE PER CONTO MIOEmoziona legge queste bellissime frase scritte e dette da Alda Merini, perchè ha descritto in tutto come vive la vita una persona sensibile. Grazie Alda per quello che ci hai lasciato.                                                                                                                                                                                                                                               Stefano Dipietro

Paola Cortellesi nata a Roma il 24 Novembre 1973 a Roma. Attrice, comica, conduttrice e sceneggiatrice. Vi racconto di lei, perchè nel suo ultimo film "C'è ancora domani" che ha avuto un grandissimo successo di pubblico e spiccate molto sia nel personaggio che ha interpretato sia personalmente nelle interviste rilasciate per promuovere questo film, la sua dote di persona sensibile e questo è molto bello. E' stata una vera e propria sorpresa, infatti non sapendolo di avere in cuor suo questo suo lato nascosto e riuscita a trasmettere e ad arrivare agli spettatori. E' quello che noi tutti nella vita di tutti i giorni dobbiamo riuscire a fare, cioè a scoprire quei lati nascosti che potrebbero elevarci al livello personale per migliorare e per migliorare le persone che ci circondano. Facciamolo e grazie a te Paola per averci fatto scoprire un lato di te che non sapevamo tu avessi, visto che ti abbiamo conosciuto fin dagli esordi come una persona molto divertente. 

                                                                                                                                                                                                                   Stefano Dipietro

Renato Fiacchini in arte Renato Zero nato a Roma il 30 Settembre 1950 e tra i cantautori italiani più popolari e di maggior successo e nel corso della sua lunghissima carriera ha pubblicato 45 album, di cui 33 in studio, 7 dal vivo e 5 raccolte ufficiali. Giovanissimo nelle sue prime esibizioni nei locali romani inizia a travestirsi,  suo marchio di fabbrica,  ma i suoi denigratori lo definirono "Sei uno zero" da lì il nome d'arte Renato Zero. Nonostante vivesse queste situazioni, lui da persona molto sensibile non si chiuse in se stesso, ma iniziò a scrivere e cantante canzoni che raccontavano il suo malessere e quello di tante che non aveva il coraggio di aprirsi, insomma Renato ha dato voce a tantissime persone che vivendo anche loro situazione causate dal mondo esterno non aveva il coraggio di gridare il proprio malessere.  Su questo bisogna dargli atto della sua capacità di essere riuscito in ogni situazione che ha vissuto a vedere il lato positivo per farsi conoscere come persona straordinaria. Si nota anche che ascoltando le sue interviste sia televisive che radiofoniche, il suo pensiero va sempre alle persone in difficoltà nello specifico a tutte quelle persone che non riesco a farsi apprezzare e ad essere apprezzati sempre più da un società dove la persona, essere un umano viene visto come un nostro nemico e questo è un messaggio assolutamente SBAGLIATO.  Questa è una dote che solo le persone che hanno vissuto gli stessi momenti e che grazie alla propria forza di volontà e riuscita a farcela, perchè lui come tante altre persone che ci sono e che noi non vediamo stanno in silenzio e  quando hanno bisogno loro, attorno non c'è mai nessuno ad allungargli una mano.

Grazie Renato per la persona che sei e per insegnamenti che trasmetti, la società di oggi dove noi viviamo avrebbe bisogno più persone come te per respirare un'aria serena. 

                                                                                                                                                                                                                Stefano Dipietro 

Corrado Mantoni in arte Corrado è stato conduttore televisivo, autore televisivo e conduttore radiofonico italiano. E' uno dei personaggi televisivi che mi ha accompagnato nella mia infanzia, ricordo quando tornato dalla scuola alla televisione all'ora di pranzo andava in onda "Il pranzo è servito" uno dei suoi programmi di successo assieme alla "Corrida" che andava in onda il sabato sera con grande successo. Persona sempre garbata, di classe mai una parola fuori posto, però come succede spesso quando ottenne successo per la sua bravura invidia delle persone prese il sopravvento su di lei, basta ricordare quando la sua creatura "Domenica In" venne tolta e al suo posto preso Pippo Baudo. Lui dall'animo sensibile, non prese bene questa decisione tant'è vero che per anni scomparì dal piccolo schermo, perchè non amava le ingiustizie soprattutto fatte a lui. Dopo una pausa appunto torno a fine anno 80 con appunto i suoi più grandi successi "Il pranzo è servito" e "Corrida". Le persone apprezzando il suo modo così garbato e educato lo segui decretando un grande successo personale. Per problemi di salute che ebbe il 20 dicembre 1997 nella puntata della "Corrida" si congedo' dalla conduzione recitando una poesia di commiato con gli occhi visibilmente lucidi all'insaputa di tecnici, autori e produttori. Mi ricordo quella sera in quella recita della poesia venne fuori tutta la sensibilità della persona appunto gli occhi lucidi, si emozionava per qualsiasi cosa ma ricorderò sempre il garbo e l'educazione e amore che trasmetteva. Un signore della televisione che ci ha lasciato troppo presto, un uomo di altri tempi con dei valori che difficilmente si trova ancora ad oggi, ma con la speranza che dall'insegnamento di questi personaggi tornino in auge  per fare  grande la società.

Ciao Corrado e grazie per avermi fatto compagnia nella mia giovinezza. 

                                                                                                                                                                                                                  Stefano Dipietro  

Sergio Endrigo cantautore italiano nato a Pola il 15 Giugno 1933 e morto a Roma il 07 Settembre 2005. Definito signore elegante, cantante maiuscolo, autore di rara profondità e coraggio, ma soprattutto un uomo molto sensibile, caratteristica che trasmetteva nelle sue canzoni. Dai critici musicali venne definito persona triste, certo non aveva il sorriso di Gianni Morandi, perchè scriveva canzoni d'amore ma purtroppo il mondo spettacolo e io dimentico la società di quel tempo dove viveva, creò questo stereotipo che alla fine Sergio Endrigo pagò. Come dice la figlia Claudia suo padre nelle sue canzoni cantava una cosa bellissima: d'amore bisogna vivere, mai morire. Sempre sua figlia lo definisce una persona sincera, orgogliosa e coerente e questo dico come succede a tanti sia nella società di ieri sia nella società di oggi viene pagata. Certo anche lui come a tante persone succede di isolarsi e nel suo caso tra i colleghi che gli rimase vicino, l'unico fu Bruno Lauzi. Purtroppo questo è il prezzo che pagano le persone sensibili. perchè iniziano a farsi tante domande e diminuisce la propria autostima. Ci rimango i capolavori che ha scritto tra cui:  "Io che amo solo te", "Lontano dagli occhi" , "Ci vuole un fiore" cantata dai grandi e dai piccini. Il bello di queste persone è proprio quello che quando vengono a mancare, ci lasciano un segno indelebile della propria grandezza artistica e che troppo tardi riusciamo a ricordare e apprezzare. Mi sarebbe tanto piaciuto tornare indietro con la macchina del tempo, ancora prima della mia nascita per rivivere anche per pochi momenti questi straordinari personaggi, mi avrebbe arricchito ancora di più, ma mi accontento di sentire le testimonianze di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e viverlo. 

GRAZIE SERGIO, PER TUTTO QUELLO CHE CI HAI DONATO E PER AVER PORTATO IN ALTO LA VOCE DELLE PERSONE SENSIBILI. 

                                                                                                                                                                                                                   Stefano Dipietro  

Gigi Sabani, imitatore, presentatore e anche cantante italiano. Nasce a Roma il 05 Ottobre 1952 e muore sempre a Roma il 04 Settembre 2007. Una persona d'altri tempi sempre educato di classe rispettoso, mai fuori dalle righe ma soprattutto persona sensibile. Ebbe grande successo con le sue imitazioni una su tutte Adriano Celentano e nel condurre la trasmissione di Ok il prezzo è giusto. A differenza di tanti suoi colleghi che cavalcavano il loro successo, lui a differenza degli altri, rimase sempre lo stesso molto umile e molto riservato. Certo come succede a tanti nel momento di suo maggiore successo e fattosi notare che era diverso rispetto dagli altri, anzi non diverso bensì aveva delle doti sue personali diverse dagli altri, fu accusato di induzione alla prostituzione nella famosa vicenda giudiziaria "Vallettopoli " dove alla fine verrà scagionato. Ecco appunto ormai la persona Gigi Sabani era stata distrutta, perchè appunto la persona sensibile come era lui bastava poco per fargli controllare la propria autostima a maggior ragione un'accusa così pesante e come lui disse in alcune interviste era come "MORIRE AD OCCHI APERTI". Dopo quella vicenda tornerà in televisione a far alcune programmi, ma non sarà più la stessa persona di prima, emotivamente parlando era stata uccisa la sua ANIMA CANDIDA. La sua storia ci insegna che non siamo tutti uguali ognuno ha il proprio modo di essere e di vivere che bisogna accettare, ma una cosa che voglio dire e che se si riesce a rovinare delle persone che hanno un anima candida e pura e sono vere, solo per alimentare il proprio ego interiore, vuol dire che NON ABBIAMO CAMBIATO NIENTE DALLA VITA!!!!!!!

                                                                                                                                                                                                                   Stefano Dipietro 

Lucio Battisti nato a Poggio Bustone il 05 Marzo 1943 e muore a Milano il 09 Settembre 1998. E' stato un cantautore, compositore, polistrumentista, arrangiatore e produttore discografico italiano. Lui ha rappresentato la musica italiana e il lungo sodalizio con Mogol fu il fulcro del successo e ne costrui l'immagine di interprete della vita e dei sentimenti comuni. Siamo cresciuti con le sue canzoni grandi e piccoli, perchè lui riusciva con i suoi testi a trasmettere le proprie emozioni anche perchè era una persona di poche parole, non rilasciava tante interviste e non personaggio da eventi mondani. Era una persona sensibile e come tutte le persone sensibili non veniva capito, anzi venivano criticato per il suo modo di vivere e pensare. Gli esperti musicali criticavano i testi delle sue canzoni, tanto è vero che con loro e soprattutto i giornalisti non ebbe mai un rapporto sereno. Quello fa parte non dell'arroganza e dell'egocentrismo della persona, ma è una caratteristica della persona sensibile che anche con modi alcune volte non carine, difende il proprio essere e le proprie emozioni vissute che purtroppo alcune persone non capisce non tutte. Lui nonostante ci abbia lasciato dei pezzi meravigliosi della musica italiana, ci lasciato forse con il dispiacere più grande di non essere mai stato apprezzato, quando era invita e come successe spesso viene apprezzato solo quando adesso non c'è più.

Ho recuperato alcune delle sue frasi da alcune canzoni che vorrei condividere: 

- “Si può tacere senza
dare il silenzio come spiegazione.”

Tratta dalla canzone "Ecco i negozi" del 1992

- “Amarsi un po'
è un po' fiorire
Aiuta sai
a non morire.”

Tratta dalla canzone "Amarsi un po'" del 1977

- “Mi sono reso conto che fare l'ermetico crea meno problemi, mentre parlare un linguaggio semplice ti espone a maggiori possibilità di essere giudicato. Più gente ti capisce, più hai potenziali giudici di ciò che fai.”

- “Non parlerò mai più, perché un artista deve comunicare con il pubblico solo per mezzo del suo lavoro.”

- “Ma che disastro, io mi maledico
Ho scelto te - una donna - per amico.”

Tratta dalla canzone " Una donna per amico" del 1978

- “Tutto succede quando tutto riposa.”

Tratta dalla canzone " Specchi opposti" del 1988

                                                                                                                                                                                                                    Stefano Dipietro

 

 

Partiamo secondo me a parlare di colei che ha fatto grande la musica italiana, sto parlando dell'indimenticabile Mia Martini.  Interprete straordinaria ricordo il più grande successo con la canzone che portò a Sanremo nel 1989 che si intitolava "Almeno tu nell'universo" e non dimentichiamo anche canzoni come "Gli uomini non cambiano"  oppure "La nevicata del 56" e tante altre. Quando interpretava queste splendide canzoni Mimi trasmetteva tutto il suo amore, la sua generosità ma soprattutto la sua sensibilità, dote che faceva faticare a far vedere nelle interviste che concedeva tanto è vero che era una di poche parole, ma quando doveva cantare si trasformava.  Ad un certo punto all' apice della sua carriera all'incirca tra la fine degli anni 60 e gli anni 70, alcuni addetti della musica e anche soprattutto la televisione inizio a snobbarla dicendo che portava sfortuna fino al punto di emarginarla dalla società di quel periodo. Tornò poi alla ribalta appunto con la sua partecipazione al Festival di Sanremo del 1989, ma ormai era una persona distrutta nell'anima tanto è vero che la sua ultima apparizione in video sarà all'Eurovision Song Contest dove rappresenterà Italia nel 1992 poco dopo   nel 1995 verrà a mancare. Dopo la sua morte si è scritto e detto tutto, ci sono state anche delle fiction che hanno parlato della sua storia con grande successo, chi prima l'aveva criticata aspramente e le aveva detto tutte quelle cose in quel momento ne parlava bene. Ma la mia domanda che mi sono sempre fatto sull'argomento è la seguente: "Ma si deve sempre aspettare che una persona venga a mancare per parlare bene"? , perchè succede sempre così, ma il problema se uno vuole andare più a fondo è il seguente: è quello che succede anche nella società di oggi quando si riconosce che la persona che abbiamo davanti è diversa da noi, in questo caso Mia Martini che era una persona sensibile e che aveva delle doti diverse dal resto delle altre persone, tendiamo a non apprezzare le sue capacità bensì a sminuirle e non dare l'importanza al suo grido di disperazione, fino a che la persona si isola o venga isolata a tal punto che fanno dei gesti estremi appunto quello di suicidarsi come fece Mia Martini. E' una sconfitta per tutti quando succedo queste cose e non riusciamo mai a capire il messaggio che ci viene trasmesso quello che se una persona ha difficoltà e ha bisogno dobbiamo ascoltarla e aiutarla starle vicino e non essere sempre egoisti e pensare solo a noi stessi e altra cosa impariamo a migliorare noi stessi anche apprendendo dalle altre persone e non vedendole sempre come nostre nemiche da sconfiggere. 

                                                                                                                                                                                                                  Stefano Dipietro  

Questa sera vorrei parlarvi di un altro mostro sacro della musica italiana, che secondo me rispecchia in tutto la persona sensibile, sto parlando di Lucio Dalla. Qui viene fotografo nella sua Bologna in Piazza Maggiore dal bravissimo fotografo e critico musicale Guido Harari. Questa domenica sono stato appunto alla Fabbrica del Vapore per vedere la sua mostra fotografica in cui festeggia i suoi 50 anni di attività, vi consiglio di andare a vedere questa  mostra perchè Guido Harari ha avuto il privilegio di collaborare con i più grandi da Claudio Baglioni a Fabrizio De Andre' per non parlare di Carlos Santana, Bocelli, Gianna Nannini, Antonello Venditti e tanti altri. Nato a Bologna il 04 Marzo 1943 da cui compone e canta la più famosa canzone "04 Marzo 1943", Lucio Dalla ha rappresentato, secondo me una grande sensibilità che manifestava nelle sue canzone una sue tutte "Caruso"  che considero la sua più bella interpretazione sia a livello musicale sia livello scenico, vi consiglio di andare a vedere il videoclip della canzone. In quel videoclip appunto si manifestava il mondo della persona sensibilità, chiuso nella stanza di un albergo da solo con i suoi pensieri davanti a un pianoforte e uno sguardo rivolto al mare e al Golfo di Sorrento. Ecco la persona sensibile che ha bisogno del silenzio di trovarsi nel suo mondo e che con la scrittura delle canzoni e delle interpretazioni nel caso di Lucio Dalla esprime tutto il suo mondo. L'altra bellissima canzone scritta e interpretata da Lucio Dalla è quella dal titolo "L'anno che verrà" una bellissima lettera che scrive ad un suo amico per sentirlo, appunto altra canzone che rappresenta il mondo delle persone sensibili che sentitosi soli e non cercate da nessuno scrive ad un mio amico per un sostegno affettivo, ma che nello stesso trasmette amore e rispetto, tutte caratteristiche che possiamo trovare in un persona sensibile. L'altra bellissima canzone scritta e interpretata a come titolo "Piazza Grande" che dire il testamento della persona sensibile che nonostante la vita che ha vissuto non la cambierebbe con nessuno e che nonostante questo continua a trasmettere amore e che ha sogni da realizzare. Poi non dimentichiamo "Canzone"  e infine "Attenti al Lupo" canzone più movimentata, quante volte cantata a squarciagola con i miei genitori, soprattutto nel luoghi viaggi che da Milano ci portava in Sicilia. Mi scuso se ho dimenticato di citare alcune sue canzoni, ma sono tutte dei bellissimi capolavori. Per concludere posso dire che Lucio Dalla è venuto a mancare troppo presto, ma ha lasciato dei capolavori che rimarranno indelebili nel panorama italiano, sono quelle persone sensibili che in primis non vengono capiti, ma pian piano che si conoscono e si apprezzano lasciano il segno.

                                                                                                                                                                                                                    Stefano Dipietro

       

Oggi vi vorrei parlare di Enzo Tortora all'anagrafe Enzo Claudio Marcello Tortora nato a Genova il 30 Novembre 1928 e morto a Milano il 18 Maggio 1988 è stato conduttore televisivo, autore televisivo, conduttore radiofonico, attore, giornalista e politico italiano. Non starò qui a raccontare la sua carriera e tutto quello che purtroppo è successo, anche perchè chi più chi meno si ricorda. Volevo soffermarmi più sull'aspetto della persona, quando lui era un popolare personaggio tra fine anni anni 70 e fine degli anni 80, io ero bambino quindi me lo ricordo vagamente. Tra i  racconti dei miei genitori e i vari documentari e film trasmessi in televisione, mi ha sempre colpito la sua straordinaria professionalità, la sua cordialità , il suo rispetto ma soprattutto la sua sensibilità nell'interfacciarsi con la persona davanti e sugli argomenti che trattava. Basti pensare che nel suo programma che ha avuto più successo negli anni 80 "Portobello", lui riusciva a passare da un'argomento all'altro tipo dalle persone che venivano a proporre le proprie invenzioni a persona che non vedevano parenti da tanti anni sempre con molto garbo, ma soprattutto sempre con un passo indietro per dare importanza all'interlocutore .  In quelle circostanze si vedeva e si poteva percepire un lato di lui appunto la sensibilità, non amava essere protagonista. Purtroppo però, quando siamo di fronte ha una persona diversa rispetto agli altri ,parlo nel modo di essere, scatta l'invidia e di conseguenza per fermarlo bisogna distruggerlo non con un colpo secco ma un po' alla volta e con lui essendo una persona molto fragile, nelle interviste di archivio che ho visto mi hanno sempre colpito questi occhi grandi e questo sguardo pieno di fragilità interiore, ci riuscirono dopo quella agghiacciante accusa nei suoi confronti. Tanti adesso a distanza di 40 anni dal suo arresto, giornalisti e non chiedono scusa alla persona, ma ormai purtroppo non si può tornare indietro, non verrà restituita la persona di Enzo Tortora ai suoi cari e a noi, ma rimane quello che ci ha insegnato. Alla società di ieri e alla società di oggi, questo personaggio e quello che ha passato ci insegna che queste persone, che nonostante la popolarità e la bravura, hanno sempre bisogno di sostegno e da loro noi tutti abbiamo solo da imparare e migliorare e non come si fa abitudinariamente distruggerle e ricordiamole anche con un po' di ipocrisia  solo quando vengono a mancare. Le persone sensibili hanno tanto da insegnarci non sentiamole mai estranei allo società che sia familiari e non. 

                                                                                                                                                                                                                 Stefano Dipietro  

Fabrizio De Andre' è stato uno dei più grandi cantautori italiani, riconosciuto per la sua capacità di raccontare storie di emarginati, ribelli, di mondi al limite con uno stile che non si può che definire poetico. Ha vissuto la propria vita soprattutto a Genova, ricordiamo i due fatti più importanti che ha vissuto, il rapimento in Sardegna nel 1979 e il matrimonio di Dori Ghezzi nel 1989. Era una persona sensibile, che esprimeva con parole e musica abbinate a uno stile cantautoriale le sue visioni del mondo e la sua emozione. Era anche un uomo solidale, che si schierava dalla parte dei dimenticati della società, questo è senza ombra di dubbio una caratteristica della persona sensibile. Si definiva un anarchico e pacifista, rifiutava le ingiustizie e le violenze del potere, che sottolineo anche nella società di oggi le persone più deboli subiscono. Era di sicuro un sognatore e un idealista, cercava la libertà e l'amore in ogni forma.  Anche la sua rabbia, il nervosismo e la sua timidezza sfogati nel fumo di migliaia di sigarette anche nei suoi concerti, ci danno la certezza di avere avuto davanti una persona sensibile e nobile nel senso più ampio e più bello dei termini. Era una persona capace di avere e sentire tanto e di condividerne il possibile con l'unico strumento che aveva scelto la canzone. Per conferma questa mia tesi ho recuperato alcune frasi delle sue canzone che vorrei condividere: 

- "La solitudine può portare a forme straordinarie di libertà"

- "Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame"

- "C'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo"

- "La gente sa che sai suonare e suonare ti tocca per tutta la vita. E ti piace, in fondo, lasciarti ascoltare."

- "Essere se stessi è una virtù esclusiva dei bambini, dei matti e dei solitari".                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            Stefano Dipietro  

Oggi vorrei parlarvi di Giovanni Falcone, qui ritratto bellissimo che ho trovato quest'estate quando ho avuto il piacere di trascorrere qualche giorno in quel di Trapani.  Nato a Palermo il 18 Maggio 1939 e morto sempre a Palermo il 23 Maggio 1992 in un attentato da parte della Mafia. Un uomo di grande carisma che nel suo lavoro e nella sua vita, mettiamo sempre la sua personalità ma soprattutto la sua sensibilità. In tanti film-documentari che ho avuto il piacere di vedere, nella sua vita privata, in famiglia si preoccupava sempre di sua moglie, perchè nonostante sapesse che prima o poi veniva ucciso, la serenità di sua moglie veniva prima della sua. Questo è un aspetto che troviamo solitamente soltanto nelle persone con una grande sensibilità, si distinguono dalle altre persone nonostante soffrano all'interno e sono bravi a non farlo vedere, si preoccupano della felicità delle persone che l'ho circondano, fatto che purtroppo nella società di oggi non viene fatto, ma questo se non si ha dentro non si può cercare. Ci ha insegnato che bisogna essere sempre noi stessi, con i nostri pregi e i nostri difetti sia al livello lavorativo che al livello effettivo non possiamo piacere a tutti certo ma come ha sempre detto anche lui abbiamo la forza di camminare a testa alta. 

Tra le frasi che vorrei ricordare di lui spiccano tre che fanno molto riflettere: 

1) E' bello morire per ciò in cui si crede, chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola; 

2) Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare. 

3) Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi saremmo tutti bravi e irreprensibili.

Grazie Giovanni per l'insegnamento che ci hai lasciato 

                                                                               

                                                                              Stefano Dipietro

 

 

Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.